Tarocchi e Numerologia sacra

Nel libro La via dei Tarocchi una pietra miliare nello  studio dei Tarocchi, A. Jodorowsky e Marianne Costa elaborano una struttura fondata sulla carta XXI – Il Mondo e il corrispettivo orientamento, in questo schema nella parte centrale troviamo raffigurata una donna nuda che rappresenta l’Anima, colei che fa da ponte tra il mondo spirituale e quello terrestre.

Ai lati quattro figure: nella parte inferiore della carta abbiamo il quadrante terrestre raffigurato da due animali, sulla sinistra un bue sulla destra un leone che nella simbologia dei Tarocchi corrispondono rispettivamente ai Denari e ai Bastoni e agli elementi Terra e Fuoco.

Bue →Denari→Terra          Leone→Bastoni→Fuoco

Nella parte superiore dell’arcano troviamo il quadrante cielo raffigurato dall’angelo sulla sinistra e dall’aquila nella parte destra, il primo rappresenta l’elemento dell’Acqua, le Coppe dei minori; mentre l’aquila l’elemento dell’Aria ossia le Spade.

QUADRANTE CIELO

ANGELO

COPPE

ACQUA

CORPO EMOZIONALE

AQUILA

SPADE

ARIA

CORPO MENTALE

ANIMA

QUADRANTE TERRA

BUE

DENARI

TERRA

CORPO FISICO

LEONE

BASTONI

FUOCO

CORPO ENERGETICO CREATIVO

Nel quadrante terra troviamo due tipi di energia: quella maschile, attiva, creativa, sessuale, decisionale tipica della materia, qui si trovano i primi due chakra, centri energetici che compongono l’essere umano, il primo il Fondamento il Muladhara che si trova tra il bacino, il coccige e l’ano e il secondo chiamato Svadhistana il centro creativo, l’impulso vitale e lo Spirito vitale, regola il pube, il ventre, gli organi riproduttivi.

In quello celeste troviamo un’energia morbida, femminile, accogliente, intuitiva è quella delle Coppe che rappresentano la nostra vita emotiva, il cuore come coppa primordiale, il Santo Graal. Qui siamo nel chakra del cuore, chiamato in sanscrito Anahata, centro energetico dell’amore per se stessi e di riflesso per l’Altro, l’amicizia, l’incontro, lo specchio, la generosità, la spiritualità e, infine, l’Amore incondizionato. Il centro energetico mentale è quello dei pensieri, della parola, delle idee e della comunicazione, la sua energia è veloce, i chakra che lo rappresentano sono quelli della testa e della gola, il quinto chakra quello della la comunicazione è il Vishuddha o chakra della gola mentre quelli della testa sono il sesto Adjnia o chakra del terzo occhio e il settimo chakra posizionato sopra il cranio Sahasrara o chakra della Corona.

I Tarocchi seguono una numerazione in cifre romane che prevede una progressione per gradi, quindi I, II, III, IIII (anziché IV) e così via questo perché stiamo percorrendo un sentiero iniziatico che aggiunge e non toglie, somma e non sottrae.

 

Lo zero in numerologia equivale ad uno spazio vuoto ma pieno di energia, Albert Einstein parla di energia radiante, in cui ogni spazio non è vuoto, ma pieno di questa energia creatrice, in matematica lo zero non si somma e non si addiziona, è puro simbolo senza la cui presenza la matematica non potrebbe esistere. Nella disciplina taoista è il vuoto assoluto, nel buddismo è il vuoto pieno, l’illuminazione, in cui l’uomo dopo tutte le sue incarnazioni viene riassorbito nella Creazione, nella Kabbalah è la luce divina mentre per Pitagora e i pitagorici è il numero perfetto, l’uovo cosmico.

Come abbiamo detto lo zero è il punto da cui tutti gli altri numeri in progressione nascono, l’Uno è la Monade, il Principio che, proiettando se stesso, fa nascere il due, il tre e così via fino a completare la decade, vediamoli ognuno nei loro gradi:

 

Uno → inizio in potenza, migliaia di possibilità da scegliere, percezione del proprio essere nella materia. E’ la monade da cui ha origine tutto, è un’energia forte, verticale. Negli Arcani maggiori è rappresentato da Il Bagatto, un giovane ancora inesperto che ha sul tavolo tutte le risorse per manifestare la sua realtà. Negli Arcani minori è rappresentato dai Fanti, giovani uomini, dall’aspetto fanciullesco che hanno in mano i semi di cui sono custodi, ma non hanno la maturità raggiunta per sfruttarne al meglio le potenzialità. Negli Arcani numerici, gli Assi, rappresentano nuovi inizi, obiettivi in potenza che devono essere espressi nella materia fisica. L’Uno per riconoscersi deve specchiarsi nell’altro diverso da se, qui nasce il due.

 

       Due → l’Uno sperimenta se stesso attraverso l’altro, si esprime la polarità opposta e la dualità per riconoscersi, il due non è più eretto ma si piega su se stesso,  troviamo in questo numero la sensibilità profonda, intima, le percezioni sottili delle emozioni, gli stati d’animo altalenanti, il moto di espansione e contrazione. Nel due c’è l’archetipo della Grande Madre, l’utero materno che accudisce il seme che nascerà nei gradi successivi.

Negli Arcani maggiori, il due, è rappresentato dalla Papessa, una sacerdotessa chiusa in se stessa, intenta a leggere il grande Libro della Conoscenza Umana, questa figura eterea della Grande Madre cova un progetto segreto, sente le sue emozioni e le accoglie per farle fruttificare nei gradi successivi. Nelle figure di corte, il due della Papessa, può essere messa a confronto con la Regina di Spade, fredda, chiusa nel suo dolore ma anche estremamente intuitiva e capace di “maneggiare” il piano mentale. Nei numerici è l’incontro tra due parti, un contratto, una collaborazione, un tempo non visibile dove si accumula energia creativa e mentale.

 

       Tre → il numero tre è quello della comunicazione, dell’espressione e della relazione, capacità creativa di realizzare idee, progetti, obiettivi e desideri. Il tre crea un arco tra la mente, il corpo e l’anima (la Trinità) è l’incontro tra le parti che si manifesta nel mondo con una nascita. Pura energia in azione è l’Imperatrice nei  maggiori e la Regina di Bastoni nelle figure di corte, nei numerici c’è un’esplosione di energia, è il primo passo verso la manifestazione, scintilla del desiderio e della passione, i primi amori ma anche le delusioni che spezzano il cuore come nel tre di Spade.

 

       Quattro→ è un numero di stabilità, è come il germoglio che mette radici solide, qui c’è la capacità pratica di usare la materia, costruire, creare, manifestare, siamo nell’equilibrio del quadrante terra, a partire dal numero successivo incomincerà ad inserirsi un nuovo elemento che rompe l’equilibrio raggiunto. E’ la figura possente e stabile, sul proprio trono, dell’Imperatore e dei Re minori ma anche delle Regine femminili, qui c’è la manifestazione concreta, la solidità e la territorialità, entrambe le figure difendono il proprio territorio. Nei numerici c’è la stabilità, l’equilibrio vitale, emotivo o finanziario raggiunto, che potrebbe rivelarsi a lungo andare stagnante, il passaggio successivo richiede che questa stabilità raggiunta sia messa in discussione.

 

       Cinque → il numero cinque nasce dall’incontro del 2 che è caratterizzato da una energia femminile e dal 3 maschile, dall’unione sacra dei due numeri nasce il figlio il 5 che è il ponte tra mondo materiale e mondo spirituale. Rappresenta, in numerologia, anche la libertà di espressione e dai vincoli imposti. Il senso di responsabilità acquisito nel quattro trova nel cinque la libertà, non come assenza di responsabilità, ma al contrario “imparo a rispondere alla Vita con consapevolezza, sono padrone delle mie scelte”. Nell’Ermetismo il cinque, la stella fiammeggiante è la rappresentazione dell’uomo e del suo potere.

Nei Tarocchi qui troviamo la figura spirituale ma anche terrena del Papa, che dal quadrante cielo porta i suoi insegnamenti ai suoi discepoli in terra, nei minori potrebbe essere identificato con il Re di spade un uomo maturo, un maestro spirituale o un padre di famiglia, che ha sofferto in passato, ma che ha saputo affrontare i suoi dolori e porta la sua esperienza come condivisione. Come la Papessa, sua consorte spirituale, lavora sul piano mentale, il suo compito è rendere sacro ciò che fa parte della vita. Nei numerici i cinque esprimono un forte richiamo a costruire qualcosa di nuovo, abbandonare le vecchie abitudini o vecchi schemi mentali e introdurre nella propria vita un elemento destabilizzante che possa rompere quella comfort zone su cui ci si è appoggiati.

 

Sei → rappresenta il primo passaggio nel quadrato cielo, la stella a sei punte famoso anche come Sigillo di Salomone, Stella di Sion, Stella di David, Esalfa è formata dall’unione di due triangoli 3+3, e rappresenta l’armonia tra cielo e terra, il triangolo con la punta verso l’alto si collega alla dimensione spirituale quello sovrapposto con la punta verso il basso alla dimensione umana. Il numero sei rappresenta anche le energie femminili proiettate verso il basso di Acqua e Terra e quelle maschili verso l’alto del Fuoco e dell’Aria, quindi i quattro elementi vengono sigillati al centro. In numerologia il sei è raffigurato come una donna gravida che dall’alto porta la sua ricchezza nella materia, è l’espressione della creatività e nel provare piacere in quello che si fa, qui c’è la bellezza verso le cose e un richiamo ad essere autentici per poterci esprimere.

Nei Tarocchi il sei, è raffigurato nei Trionfi, dalla carta dell’Innamorato, qui ci viene richiesto dall’archetipo Eros, di essere autentici e non condizionabili nelle scelte che facciamo. Nelle figure di corte il concetto di donarsi per ricevere amore è rappresentato dal Paggio di Coppe ad un livello immaturo, dalla Regina di Coppe a livello emotivo più consapevole e intimo, dal Re di Coppe ad un livello di maturità più elevato e, infine, dal Cavaliere di Coppe come elevazione spirituale. Nei numerici il numero sei è l’equilibrio tra le parti, l’armonia geometrica, la bellezza, la primavera in cui ci i sente in perfetta armonia con il Creato.

 

Sette→ numero sacro in molte tradizioni, rappresenta l’Unità, sette sono i doni dello Spirito santo nel Cristianesimo: sapienza, intelletto, consiglio, fortezza, scienza, pietà e timor di Dio. Sette è il numero della completezza nel buddismo. Il 7 nasce dall’unione del 3(il cielo) con il 4 (la terra): sette sono i giorni della settimana, sette sono i principali chakra, sette sono i sigilli che annunciano la fine del mondo nell’Apocalisse, sette sono le note musicali, sette sono le vibrazioni cromatiche dell’arcobaleno, sette sono i giorni dei cicli lunari, sette è il numero associato al pianeta Nettuno. Il filosofo Platone diceva che il numero sette rappresentava l’espressione dell’armonia dell’universo e che i numeri magici erano 1-2-3-4-8-9-27.

Il sette è il numero magico per eccellenza, moto di espansione nella profondità, forza di volontà. Nei Tarocchi è l’azione nel mondo quaternario dal mondo spirituale: la forza scende, in un moto energetico verticale, portando la sua azione nella materia.

Nei Tarocchi il sette rappresenta il  movimento, negli Arcani Maggiori è il Carro che, con l’auriga, ci chiede di seguire il nostro progetto animico, nelle figure di corte sono i Cavalieri che portano, ognuno con i loro semi, un’azione concreta nel mondo e nei numerici traspare l’autonomia nello scegliere. Qui ci sono azioni e scelte concrete sia a livello energetico che decisionale, c’è la forza di volontà che può essere più fluida se scorriamo con il fiume della vita oppure conflittuale, forzata ed eccessivamente combattiva.

 

Otto →  numero della maturità, rappresenta la perfezione del quadrante cielo, due volte quattro la stabilità, qui si raggiunge la completezza, la pienezza nel cuore, la gioia interiore. E’ il numero dell’infinito e dell’equilibrio cosmico, sotto l’influenza del numero otto si assume un altissimo grado di realizzazione delle potenzialità dell’essere umano in tutti gli ambiti. Nei Tarocchi, questo numero, è rappresentato dall’Arcano maggiore, La Giustizia, colei che ha in mano una bilancia ed è pronta a soppesare ciò che si è dato, è pronta a sferrare un colpo di spada per difendere ciò che è stato costruito e che va difeso ma, sentenzia, tagliando i rami secchi che non permettono di avanzare. Nei minori l’otto riflette la pienezza e la gratitudine verso la vita, nell’otto di Denari i pentacoli riempiono lo spazio, sono disposti in due file da quattro (numero della stabilità) in perfetto equilibrio di abbondanza. Qui c’è l’autonomia personale, diamo valore al nostro lavoro e a noi stessi, nell’otto di Coppe abbiamo la pienezza del cuore, in quello di Bastoni c’è la potenzialità energetica espressa al massimo delle sue capacità, nell’otto di Spade c’è la sensazione del vuoto pieno, quel fiore centrale all’interno dell’intreccio delle spade, tra conflitti interiori e pensieri ossessivi troviamo il silenzio della mente.

       Nove → numero che rappresenta  l’umanità. E’ la fase della maturità piena, dove si raccolgono gli ultimi frutti maturi, dopo incomincia la crisi, c’è la consapevolezza che stiamo finendo un ciclo, ci si deve preparare per passare ad una fase di vita successiva, è necessario passare attraverso la notte buia dell’anima, la fase Nigredo dell’opera alchemica e per rinascere si deve lasciare andare parti di se stessi che non  servono più. Negli Arcani minori, questo passaggio esistenziale, è raffigurato dall’Eremita, vecchio saggio che cammina verso il passato, con la sua lanterna ci invita a metterci in connessione con la nostra parte più intima, qui c’è il freddo invernale, la solitudine della crisi, i frutti ormai maturi si devono staccare dall’albero. Anche nei minori c’è questo richiamo alla fase di Nigredo alchemica, il nove di Spade ha una geometria essenziale, scarna, qui ci possono essere pensieri di mancanza che sfociano nella depressione, troviamo la paura di morire, di lasciare andare parti di noi non più funzionali, nelle Coppe ci può essere, in base alla disposizione delle carte, o un desiderio sentito nel profondo di se stessi a cui si aspira come ideale da raggiungere oppure c’è la chiusura del cuore, una delusione d’amore, una perdita ma anche quel vuoto che permette di riempire nuovamente il calice in un’altra tappa esistenziale. Il nove di Bastoni si ostina a non voler mollare la presa, resiste al cambiamento, qui energeticamente si sente il peso dei problemi sulle spalle. È l’Ego che ha paura di perdere pezzi di sé, nei Denari il 9 lascia spazio ad un cambio vita, forse un nuovo lavoro?

 

       Dieci→ il numero 10, è l’unione dell’ 1 di polarità maschile con lo 0 femminile, nell’alfabeto ebraico la lettera che lo rappresenta è lo Iod = fuoco (anagramma di DIO). Dal dieci si ritorna all’Uno in un nuovo ciclo.

L’emblema di questo cerchio di morte e rinascita è La Ruota di Fortuna, uno degli Arcani più ricchi di sfumature dei ventidue maggiori, ci sono tre animali immobili e una ruota ferma in attesa di essere mossa sopra un fiume che rafforza l’idea che tutto scorre, ogni cosa ha un inizio e una fine, degli alti e dei bassi, sarà la carta della Forza a muovere la ruota nel grado successivo. Qui il messaggio, simbolicamente rappresentato, è che c’è un piano inconoscibile più alto di noi che ci guida e a cui dobbiamo abbandonarci con fede rimanendo saldi al centro, se resistiamo il cambiamento sarà traumatico perché la ruota gira anche se noi non lo vogliamo se invece non opponiamo resistenza ai cambiamenti che la vita, in alcuni momenti ci mette di fronte, una nuova Forza ci arricchirà interiormente.

Negli Arcani minori il 10 preannuncia gli Assi successivi con i loro semi in potenza, nei Denari c’è un cambio di vita, potrebbe essere un trasferimento, la perdita di un lavoro, un riassesto finanziario, l’inizio di una nuova attività, nei Bastoni il dieci può rappresentare un momento di fermo, la perdita di energia, una chiusura, la sensazione di fallimento e sfiducia nella vita. Quando c’è una resistenza al cambiamento non si vede l’opportunità nascosta dietro la perdita, se invece stiamo nel flusso degli eventi allora possiamo avere un’ improvvisa intuizione, magari scopriamo la vocazione per qualcosa, un hobby, una passione che potrebbe diventare una nuova attività. Nelle Coppe c’è la fine di un ciclo affettivo ma può anche preannunciare l’incontro con una nuova persona e segnare una nuova fase della nostra vita amorosa. Infine nelle Spade possiamo essere oppressi, con il dieci, da una paura arcaica di perdita e lutto, pensieri ossessivi che non danno tregua, qui c’è l’insonnia, la depressione ma se riusciamo a calmare la mente c’è la resa, l’affidarsi alla vita.

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