Homescooling in Italia: perché le famiglie scelgono di occuparsi dell’istruzione dei propri figli.

 

Sono più di un migliaio le famiglie italiane che scelgono di non mandare i figli a scuola. Ma cerchiamo di capire meglio che cos’è l’Homescooling: l’educazione parentale o Homescooling è l’istruzione impartita dai genitori o da altre persone scelte dalla famiglia ai propri figli.

L’art. 34 della Costituzione italiana dispone che «l’istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita» quindi l’obbligatorietà dell’istruzione non deve essere necessariamente compito esclusivo della scuola. Anche L’art. 30 sottolinea : «È dovere e diritto dei genitori mantenere, istruire ed educare i figli, anche se nati fuori del matrimonio», quindi la responsabilità primaria dell’istruzione spetta all’ambiente famigliare .

Gli homescooler, ossia i genitori che preferiscono pensare all’educazione dei propri figli non mandandoli a scuola, motivano la loro scelta per diverse personali ragioni, c’è chi ha sfiducia nella scuola tradizionale, c’è chi preferisce non delegare a terzi una parte importante della vita dei loro figli quale l’istruzione, c’è chi decide di non mandare il proprio figlio per motivi gravi di salute, chi è stato vittima di bullismo. L’Homescooling, anche se non segue il programma scolastico ministeriale prevede comunque un forte impegno da parte dei genitori, alcune famiglie preferiscono seguire degli orari giornalieri, utilizzando i testi e programmi scolastici, altre desiderano affidarsi a un apprendimento più naturale e spontaneo dove si assecondano i bisogni dei bambini.

Una delle critiche più frequenti che vengono rivolte a chi pratica l’Homescooling è che i bambini hanno bisogno di socializzare e nell’ambiente strettamente famigliare questo verrebbe meno, domanda a cui segue subito una netta risposta, secondo Controscuola.it uno dei maggiori punti di riferimento per chi vuole intraprendere questo percorso educativo: “Essere chiusi in un edificio, confinati in una classe di bambini che hanno tutti la stessa età, dove bisogna stare seduti per la maggior parte del tempo e dove si deve persino chiedere il permesso per andare in bagno, non rappresenta lo scenario ideale per socializzare. Inoltre ogni classe può contare episodi di bullismo più o meno gravi, situazioni di competitività esasperati e una generale ricerca di status futili e dannosi (per esempio: giocattoli, vestiti, linguaggio volgare, tabagismo, sessualizzazione precoce). Questi sono tutti esempi di una socializzazione “malata” a cui molti genitori rifiutano di sottoporre i propri figli(..).Inoltre sono proprio i genitori che dovrebbero trasmettere le regole e i valori del vivere in società ai propri figli per farne dei cittadini competenti e navigati, invece di aspettarsi che sia la scuola a farlo. I problemi sociali che stiamo vivendo sono anche causati da questa delega cieca delle famiglie alle istituzioni che certamente non possono coprire il ruolo dei genitori. Tramite l’homeschooling i genitori si riprendono questa responsabilità fondamentale per il benessere psico-fisico dei propri figli e per l’intera società”.

 Per saperne di più http://www.controscuola.it e http://educazioneparentale.org/.

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